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Montegabbione: Sant’Anna


La Cappella di Sant’Anna fu eretta a metà del XIX.

Il pievano Don Luigi Galli nel 1886 scrisse: “questa Cappellina abbandonata e quasi cadente fu restaurata per cura del Pievano Galli nel 1861.”

Vi è un piccolo quadro in tela rappresentante S. Anna, in mediocre stato.

Nel 1879  vi fu fatto costruire l’altare, e per facoltà ottenuta da Mons. Briganti Vescovo Diocesano veniva  benedetta il giorno 26 luglio.

Vi si celebra la S. Messa tutti gli anni nel giorno di S. Anna, e nella sera vi si fa analoga funzione.

L’altare fino ad ora è mancante e sprovvisto di tutto l’occorrente necessario. Successivamente la cappella di Sant’Anna subì le incurie del tempo tanto che una ventina di anni dopo il nuovo parroco di Montegabbione, Don Policarpo Baldini, dovette restaurarla nuovamente.

All’inizio del 1985 ci fu un ultimo sostanziale restauro integrale, compresa la torretta campanaria ed il tetto.

L’opera, una donazione, fu portata a termine da Antonio Montagnolo, Giuseppe Montagnolo e Mechelli Edoardo. Il giorno di S. Anna dello stesso anno, nell’ ambito della festa della terza età, vi fu celebrato il battesimo di un bambino di Montegabbione.

 

Montegabbione: Madonna delle Grazie

Madonna delle Grazie Montegabbione

Madonna delle Grazie: ParticolareSi racconta che, verso la fine del XV secolo, una ragazza di 15 anni, devotissima della Madonna, scendendo dal paese verso una sorgente ai piedi del colle per attingere acqua, vide all’improvviso una bellissima Donna che, sorridendo, le raccomandò di venerarla pubblicamente in quel luogo. La giovane corse a casa e, timorosa e stupita, raccontò al sacerdote e a tutti l’accaduto. Nessuno le credette. Ritornò al luogo dell’apparizione e riferì alla sconosciuta ma bellissima Signora che tutti la deridevano. “Riempi la brocca con l’acqua della fonte – le disse la Donna – ponila capovolta sulla testa”. Così fece la ragazza, e con sorpresa di tutti non si rovesciò una goccia d’acqua. Questo prodigio convinse il Pievano e gli abitanti del paese, che si recarono a frotte alla sorgente, lodando e pregando la Signora del Cielo, Maria, e invocandola col il titolo di Madonna delle Grazie.

Nei pressi della sorgente venne poi innalzata una cappella, più tardi ampliata, diventata nel tempo Santuario di riferimento per tutta la popolazione. In origine misurava pochi metri quadrati, ma nel tempo venne ampliata e modificata, come testimoniano le visite pastorali periodiche, documentate a partire dal 1573.

Solo attraverso una loro attenta lettura è possibile ricostruire in parte la storia della Madonna delle Grazie. Essa peraltro non aveva un ruolo di primo piano, se si eccettua quello di Santuario votivo, essendo presenti nel territorio del Comune altre numerose chiese e cappelle. Di notevole interesse artistico l’affresco posto sopra l’altare maggiore rappresenta quello che gli studiosi definiscono “Madonna del latte” cioè una Madonna che allatta il bambino Gesù; si ritiene di poter attribuire il dipinto ad allievi del Perugino.

 

 

Alcuni monogrammi e croci incise nella cornice in mattoni del portone principale fanno ipotizzare l’uso della chiesa da pellegrini di passaggio nel territorio.

Montegabbione Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo

02_chiesaLa Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo è stata inaugurata nel 1876 e poggia sull’antico cimitero e sull’antica chiesa castellana.

Alla fabbrica della chiesa contribuirono tutti gli abitanti sia trasportando a braccia ogni domenica gran parte delle pietre occorrenti, sia versando il proprio contributo.

Fu costruita nel triennio 1873-1876, su progetto dell’architetto perugino Nazzareno Biscarini utilizzando i cotti della fornace di Francesco Biscarini e Raffaele Angeletti.

La chiesa, a tre navate, si eleva sulla sommità della collina di Montegabbione, bella e maestosa, grave e severa nella facciata; è tutta ornata di preziosi lavori plastici in terracotta, eseguiti con gusto squisito e raffinata precisione. Le venti finestre, tra bifore e rotonde, recavano all’origine tutte le vetrate colorate collegate in piombo.

L’annesso campanile è stato realizzato in cotto nel 1998, con il contributo di tutta la popolazione.

All’interno della chiesa vi sono tre altari, con mensa di pietra, in terracotta:

l’altare maggiore, ove svetta un crocifisso a dimensioni naturali, è dedicato all’Assunta;

l’altare di sinistra è sovrastato da un dipinto su tela raffigurante La Crocifissione di Gesù .

Nel quadro, ai piedi della Croce, dove la tradizione vorrebbe la Madre e Giovanni, l’ignoto autore pone tre personaggi cari alla pietà popolare del tempo (XVII o XVIII secolo?): San Giuseppe, padre putativo di Gesù, invocato come patrono dei moribondi (a Montegabbione c’era la Confraternita della Buona Morte); poi San Francesco d’Assisi poiché grande fu l’influsso francescano su queste terre; infine San Biagio, vescovo e martire del IV secolo, invocato come protettore in caso di mal di gola. San Biagio tiene in mano il simbolo del suo martirio: una spazzola di ferro acuminata, simile a quella usata per cardare la lana. Nel dipinto, mentre il padre putativo assiste il figlio nel trapasso, il Poverello abbraccia “sorella morte” e Biagio sembra cogliere un messaggio di salvezza. Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo . In fase di restauro si è però scoperto che sotto la figura di San Biagio si nasconde in realtà l’immagine di un cardinale, probabilmente San Carlo Borromeo, mentre sotto la figura di San Giuseppe si cela l’immagine di San Pietro, infatti risulta strana nell’iconografia classica vedere un San Giuseppe con in mano un libro, caratteristica invece dei dottori della chiesa come San Pietro appunto. Inoltre quest’ultimo avrebbe dovuto tenere in mano le chiavi al posto del giglio iconografia classica di San Giuseppe. San Pietro e San Carlo Borromeo sono i soggetti del tipico quadro della controriforma, il movimento interno alla chiesa cattolica avviato dal Concilio di Trento (1545-63) per contrastare lo sviluppo delle dottrine protestanti. Evidentemente ai cittadini di Montegabbione non deve essere piaciuto molto il soggetto di questo quadro ed una mano anonima ha sostituito il cardinale e San Pietro con San Biagio e San Giuseppe.

Di speciale pregio artistico è il pulpito, sopraelevato nella navata destra, vero gioiello in cotto, in stile gotico rinascimentale, premiato con medaglia d’argento all’esposizione umbra del 1879.

 

Nel centoventicinquesimo anniversario della fondazione di questa chiesa il Cav. Lodovico Vergari lo fece restaurare “quale atto di ringraziamento al signore e munificio dono al Vescovo di Orvieto-Todi Lucio Grandoni al parroco Giovanni Ermini e a tutto il popolo di Montegabbione. Ottobre 2001.”